Natale non si festeggia allo stesso modo ovunque.
Mettendo da parte chi non lo festeggia proprio, ogni nazione, città e famiglia ha le proprie tradizioni. Alcune sono ereditate dai nonni, altre sono adattamenti alle circostanze (chissà come diavolo si festeggerà il Natale 2020?), altre sono radicate nel folklore locale.
Tradizioni natalizie del nord Europa da prendere in prestito
Quest’anno non sarà possibile andare a conoscere Babbo Natale al Polo Nord e non basterà andare a fare un giro all’Ikea per sentirsi in Svezia.
Ora invece ti racconto qualche tradizione natalizia che magari non conosci per viaggiare con la mente, e perchè no, magari da replicare a casa.
5. Porridge per il Tomte
In Svezia chi porta i doni? No, non è Babbo Natale ma il Tomte. Il Tomte o Jultomte è una figura mitologica nata dal folkore svedese, è più simile ad una gnomo che in Svezia era lo spirito tutelare delle case svedesi.
Sono creature benigne ma anche vendicative, che amano gli scherzi e gli anziani svedesi spesso hanno l’abitudine di lasciare del porridge fuori dalla finestre nei giorni vicino a Natale. Lo si fa per tranquillizzare il Tomte e per evitare i suoi scherzi.
Un po’ come il nostro latte e biscotti, vero?
4. Quante candele ha la corona dell’avvento?
No, non sto parlando del calendario dell’avvento ma della corona dell’avvento. Sai cos’è?
Di origine tedesca, come il calendario d’altronde, la corona dell’Avvento o Adventskranz è una specie di ghirlanda natalizia (come quelle che si attaccano alle porte).
Le decorazioni della corona dell’avvento possono essere diverse ma una cosa non manca mai. Le candele. Devono essere rigorosamente 4 e se ne accende 1 ogni domenica di Dicembre.
La prima domenica di Dicembre si accende una candela. La seconda domenica se ne accendono due e così via. Il risultato sarà quello di avere 4 candele consumate in maniera diversa ma che aiutano grandi e piccoli a scandire il tempo che avvicina a Natale.
3. Attenti al Krampus!
No, non sto parlando di crampi e mal di pancia. Ma qualcosa di peggio, si tratta di una figura folkloristica tipica dei paesi in lingua tedesca che spesso accompagna la figura di San Nicola.
É rappresentato come un diavolo con lunghe corna e zoccoli e una tradizione vuole che il Krampus sia stato un demonio sconfitto proprio dal santo, e per questo motivo è costretto a servirlo.
I bambini del Tirolo e dell’alto Adige (oltre che Germania e Svizzera) vengono terrorizzati dai Krampus nella notte di San Nicola il 5 dicembre, dove giovani travestiti scorrazzano per le vie dei paesi, suonando i campanacci e frustando la gente.
Attenzione: non toccate o togliete mai la maschera del Krampus, è un gran disonore per lo smascherato!
2. Il candelabro dell’avvento
Simile al concetto della corona dell’avvento, il candelabro dell’avvento è diffuso soprattutto in Svezia. Si tratta di un portacandele a piramide che di solito si pone davanti alle finestre.
Le candele sono sette e rappresentano gli ultimi 7 giorni prima del Natale.
Si stima che il 90% delle case e degli uffici svedesi abbiamo almeno un candelabro dell’avvento, ma spesso si usa metterlo a tutte le finestre di casa. Provate a passaggiare a Dicembre a Stoccolma e sbirciare le finestre, rigorosamente senza tende, illuminate dalla luce soffusa dei candelabri dell’avvento. Magico. (Altro che Ikea!)
Uno carino è acquistabile qui.
1. L’alluvione di libri islandese
In islanda i regali si aprono la sera della vigilia ed è garantito che sotto l’albero ci sia almeno un libro. Da sfogliare con calma la notte della vigilia, vicino alle luci dell’albero, magari sorseggiando una cioccolata.
Ok, forse sto dando un immagine troppo romantica e tipizzata della viglia dell’islandese tipo. Ma una cosa è sicura: gli islandesi sono davvero un popolo di lettori e di scrittori, secondo recenti statistiche 1 islandese su 9 ha scritto e pubblicato un libro. E l’Islanda è tra i paesi che pubblicano più libri d’Europa.
Il tutto probabilmente risale all’epoca della seconda guerra mondiale, dove erano attive rigide imposizioni sull’importazione di merci, tranne che della carta.
Esiste addirittura una parola per descrivere l’acquisto di libri massiccio che si fa le settimane che precedono le festività: Jólabókaflóð, ovvero alluvione di libri. Chissà se tutti questi libri regalati verranno effettivamente letti?
Molto interessante, grazie!
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Grazie, sono felice ti abbia interessato!
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Prego!
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