Cosa c’è da vedere in Corea? Perché vai in Corea del Sud?
Ogni volta che comunicavo la meta del mio viaggio incontravo sguardi vacui, difficoltà a localizzare geograficamente la mia destinazione e resistenze di ogni tipo.
La peggiore? Ma Corea del sud o del nord?
Perché andare in Corea? La mia top five totalmente arbitraria
Il viaggio in Corea del Sud è stato il più bello, sorprendente e inaspettato che mi sia mai capitato. Ammetto che le aspettative all’inizio non erano altissime ma man mano che mi impegnavo nell’organizzazione del viaggio l’entusiasmo e la curiosità crescevano esponenzialmente. (Aiuta molto entrare nel tunnel dei k-drama).
Non una meta scontata. O forse sì.
Non ci sono tante guide in italiano che parlano della Corea del Sud. Agenzie di viaggio e grandi compagnie aeree ancora non si sono organizzate per raggiungere con ampia scelta il paese dei BTS e del kimchi.
Questo potrebbe essere un enorme vantaggio. Oltre a non trovare un massiccio turismo europeo ed italiano, (che non so per voi ma per me è solo positivo), potrebbe essere anche facile trovare buone occasioni come è successo a me con la Korean Air. Oltre ad aver trovato un comodissimo volo diretto, sono riuscita a trovare anche un bello sconto.
Anche la Corea ha cose da vedere
Negli ultimi anni tutti si sono fiondati a vedere i bellissimi templi giapponesi o l’esercito di terracotta e la Muraglia Cinese, e la Corea? La più snobbata, indubbiamente.
Devo confessare che prima di partire e di saperne qualcosa della Corea del Sud, mi sono immaginata una vacanza fra negozi, quartieri finanziari e ristoranti. Non certo la meta per famosi siti storici o musei culturali di alto prestigio.
Incredibilmente mi sbagliavo. É solo che la Corea, le nascondo bene le sue bellezze. Che sono lì per essere cercate e poi scoperte. Questo lato della Corea mi ha lasciata ancora più affascinata. Non mi aspettavo la bellezza dei palazzi imperiali di Seoul o il misticismo delle Sillah Tombs, o ancora la magia del tramonto sulla caldera del vulcano di Jeju Island.
Persino il semi deserto Jeju Stone Park per me è stato una magnifica sorpresa.
DMZ. No non è il nome di un noto rapper coreano.
Si tratta della zona demilitarizzata tra Corea del Nord e del Sud.
Eh sì, perché una volta che ti fai prendere dalla frenetica Seoul ti scordi che a meno di una manciata di chilometri c’è il confine con la Corea del Nord. La DMZ è poco più che una striscia di terra che divide e funge da cuscinetto tra le due Coree. Corre come una barriera di confine per duecentocinquanta chilometri lungo la penisola coreana ed è demilitarizzata a seguito dell’armistizio. Ciò non significa che vicino alla DMZ, larga circa quattro chilometri, non ci siano poi le zone più militarizzate al mondo. Ma in quei quattro chilometri no.
A Seoul ci sono molto agenzie che organizzano tour ben fatti per visitare alcuni punti salienti della DMZ tra cui l’ Area di Sicurezza Congiunta (in foto: l’unico punto di incontro tra le due nazioni, dove si svolgono i negoziati); i tunnel d’incursione che scorrono da nord a sud sottoterra lungo il confine; la stazione della ferrovia della Linea Gyeongui che collega in treno Seoul a Pyongyang; i posti di guardia e i belvedere che guardano verso i villaggi fantoccio della Corea del Nord.
Andare in Corea senza visitare questa parte, sarebbe come ignorare gran parte della storia moderna del paese. Una storia che ha ripercussioni sul presente e futuro di questa nazione, visto che attualmente tutti i giovani uomini coreani devono prestare servizio militare per almeno 18 mesi, senza eccezione alcuna.
Per gli obiettori di coscienza è prevista la reclusione, per intenderci.
Il cibo. E quando dico cibo intendo korean barbecue.
Il cibo in Corea è pazzesco. Punto. Dai baracchini di strada ai dolci, dai venditori ambulanti di Myeongdong a quelli di Dongdaeum fino alle delizie fatte a mano che troverete nei mercati. Dai pazzi caffè, ai fumanti mandu fino alla mania recente del pollo fritto.
Tutto molto bello. Ma niente batte la mania assoluta che i coreani hanno per il barbecue. Per loro è una religione. É il loro pasto della domenica che fanno tutti i giorni. Ci sono interi quartieri dedicati al bbq e addirittura i ristoranti si distinguono in base a che tipo di taglio offrono. Ci sono barbecue specializzati in cotenna di maiale, ciccioli, interiora e molto altro. Ci sono quelli specializzati in costolette, quelli nel maialino nero di Jeju Island e quelli che offrono il taglio manzo più pregiato.
É un’esperienza da fare, costi quel che costi. Anche se vi trovate in un quartiere dove nessuno parla inglese, in un posto dove nessuno parla inglese e dove il menu è ovviamente scritto solo in coreano. Fate come me, indicate e annuite.